Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’Europa sempre più incline e attenta al tema dell’innovazione. I legislatori europei non stanno di certo rallentando la loro corsa, sforzandosi sempre più a regolamentare le startup innovative. Da questo punto di vista, il 2023 sarà un anno significativo, che segnalerà la messa a terra di norme che abbiano significativi impatti sulle startup.
Lo scorso anno è stato infatti segnato dal passaggio di misure colossali come il Digital Market Act e il Digital Services Act. Quest’ultimo è stato soprattutto incisivo per le startup: è una legge che prevede l’obbligo di dichiarare in maniera trasparente i propri algoritmi da parte degli ecommerce, piattaforme, social media, motori di ricerca ecc. Il numero degli utenti dovrebbe essere annunciato alla Commissione europea nell’anno corrente. Per il Digital Market Act i target sono invece le grandi aziende (gatekeeper); per certi versi è stata considerata una misura vantaggiosa per le startup innovative, perché spesso schiacciate dai grandi competitor. Tuttavia, si cela anche un certo timore da parte di diverse società in via di scalata del mercato europeo, che procedono cautamente all’idea di diventare “troppo grandi”.
Senza dimenticare l’AI Act, la legga che mira ad armonizzare la regolamentazione dell’AI conformandola ai principi europei affinché i cittadini ne possano beneficiare; o ancora, il Data Act ad oggi in discussione perché stabilisce alcuni requisiti obbligatori di condivisione dei dati per i processi industriali.
Cosa aspettarsi dal 2023?
Un punto di svolta concreto per il futuro dell’ecosistema dell’innovazione europea: la Commissione non ha solo in mente di trovare definizioni comuni e univoche per le categorie delle startup, scaleup e unicorni, ma soprattutto lanciare una linea di progetti collegando le sue “deeptech innovation valleys” che forniranno supporto finanziario e commerciale ai founders.
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