Svolta audizione dell’Associazione Italian Tech Alliance e dell’Associazione InnovUp su Ddl Start-up in Comm. Finanze alla Camera.
Da InnovUp sono state sposte proposte mirate a facilitare lo sviluppo dell’ecosistema di start-up e PMI innovative in Italia.
Di seguito i punti principali:
- Proposte di immediata attuazione – Viene proposta l’esclusione della disciplina degli indici sintetici di affidabilità per le startup innovative e l’esenzione per le start-up innovative dalla tassa di concessione delle relative imposte e dall’applicazione del codice della crisi di impresa, in quanto la struttura patrimoniale delle start-up, che dipendono da continui apporti patrimoniali di investitoti, le colloca stabilmente in uno stato in cui attuando la normativa riguardo la crisi di impresa, le vorrebbe continuamente in stato di pre-crisi. Viene altresì proposta l’eliminazione per le start-up innovative del diritto di recesso del socio (con quota minore del 3%), per evitare che in start-up finanziate con crowd funding questo si trasformi in una forma di ricatto verso i voleri della maggioranza. In proposito viene anche suggerita l’introduzione della possibilità di fruire della detrazione del futuro credito di imposta per investimenti a start-up e PMI innovative anche con modello 730, non solo con redditi persone fisiche.
- Proposte per lo sviluppo dell’ecosistema – Viene proposta anche la riorganizzazione organica delle norme che regolano le agevolazioni relative a investimenti a start-up e PMI innovative, a partire da miglior coordinamento tra detrazione ordinaria e de minimis, ed introduzione di un codice unico che riassuma le principali normative relative a questa filiera (innovazioni). Proposta anche l’eliminazione minimale INPS per soci amministratori e il coordinamento con normativa UE. Proposta anche l’introduzione compensazione di crediti fiscali iva su base trimestrale e non annuale. Viene altresì proposto l’accentramento della procedura di iscrizione al registro di valutazione dei requisiti e la comunicazione periodica dei requisiti a UnionCamere.
- Proposte migliorie normative – Viene proposta la revisione tassonometria che qualifica incubatori certificati (es. un elemento è il numero di m quadri per startup, soprattutto ora post-pandemia con regimi ibridi di presenza). Altresì proposta la costruzione di metriche che qualificano l’incubatore certificato su parametri come qual è il funding factor delle startup incubate negli ultimi anni. Stabilire quali siano li oneri e onori di chi risponde ad avere il requisito di certificazione (certificazione oggi genera costi, ma no vantaggi sul mercato. Es. partecipazione a gara pubblica con punteggio qualificato, la possibilità di ottenere detrazione grazie a certificati. Nuova tassonometria er definire cioò che è certificato e dall’altra ciò che è migliore deve avere ‘premi’, incentivi.
- Internazionalizzazione – Internazionalizzazione sia del nostro sistema di startup, incubatori, acceleratori che del mercato del venture capital. Sistema di start-up e simili è molto importante far sì che la concorreza domestica si agganci in modo forte alla rete internazionale, diventandone parte integrante. Occorre favorire, dunque, percorsi di accelerazione e incubazione dedicati a start-up che prendono avvio in Italia e si conclusono all’estero. La ratio di ciò è far sì che i nostri talenti riescano a fare percorsi internazionali, ma senza uscire dalla filiera italiana dell’innovazione. È necessario permettere alle startup, tramite fondi (ICE per promozione startup), attraverso voucher perché così ogni startup può usare il proprio marketing mix per la promozione, sapendo che una piccola parte si trasformerà in incentivo fiscale o contribuzione.
- Mercato venture capital – Da questo punto di vista, è necessario allineare l’ordine normativo alle pratiche internazionali (divisione chiara tra venture capital/micro venture capital/nano venture capital). Normativa esistente è idonea per la parte di venture capital (almeno 100M di asset under management). Per i micro-venture capital: si potrebbe operare attraverso un miglioramento ed estenzione della normativa delle SIS (coprire tutta questa parte con modifiche come SIS multi-comparto da 25 M ognuno. È auspicabile, inoltre, l’allineamento alle regole ormai consolidate in tutto il mercato mondiale per far sì che la struttura degli operatori del nostro capitale sia simile a quella che troviamo in altri Paesi. Per i nano venture capital (sotto 10 M asset undermanagement): è necessaria una deroga alle attuali normative per far sì che non ci debba essere un obbligo di specifica forma giuridica delle società di capitali.
- Esenzioni finanziarie – Viene proposta anche un’esenzione dalla regolamentazione Banca d’Italia, con un semplice obbligo di comunicazione di inizio di attività all’organo di vigilanza. Proposto anche l’obbligo di investire in ottica di portafoglio, con il 2% di dotazione della singola partecipata, dando al mercato (maggioranza business angels) operatori più strutturati, ma con la flessibilità tipica degli angels. Si potrebbe, inoltre, prendere spunto dal modello olandese: che prevede dei veri e proprisindacati per i BA con lo scopo di aggregare investitori, senza costituire una società e dunque pagare tasse. Un altro importante punto riguarda la necessità di favorire arrivo Venture Capital stranieri in Italia; in questo senso, occorre garantire favorire procedure di exit delle nostre start-up a fronte di acquisizioni da parte di PMI innovative.
Fonte
Link alla webtv della Camera