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 In Dai Soci e dai Partner

Il social engineering è una tecnica di manipolazione sempre più diffusa sia sul panorama italiano sia su quello internazionale. In questo scenario il truffatore sfrutta l’errore umano per accedere a preziose informazioni private attraverso campagne di phishing o acquistandole sul dark web. Si occupa poi di contattare la vittima fingendo di essere un operatore bancario e da questo momento in poi la frode va in scena. 

In che modo il frodatore porta a compimento il suo obiettivo?

Principalmente ci sono tre diverse possibilità:

  • attiva un token per consentire alla vittima di autorizzare il pagamento fraudolento;
  • induce l’utente a scaricare un’app di gestione remota e prende il controllo del device per finalizzare la frode;
  • spinge l’utente ad autorizzare il pagamento in autonomia.

Data l’ormai ampia diffusione di questa tecnica è bene prestare molta attenzione e stare sempre in allerta.

Purtroppo, lato istituto finanziario, il social engineering non è facilmente ovviabile con le tecniche di fraud prevention introdotti dalla Payment Services Directive 2 (PSD2). Per bloccare in tempo reale eventuali operazioni sospette è infatti necessario disporre di un sistema antifrode basato sul comportamento in grado di sfruttare al meglio le informazioni raccolte sull’utente e sui suoi dispositivi. La XTN Cognitive Security Platform® fornisce le funzionalità per combattere i fenomeni di social engineering grazie a controlli olistici che valutano un’ampia gamma di indicatori di rischio.

Guarda il video e impara a riconoscere un attacco social engineering:

https://xtncognitivesecurity.com/how-does-social-engineering-attack-work/

 

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